domenica, dicembre 25, 2005

Buon Natale!


Buon Natale e Felici Feste a chi legge ogni giorno questo blog, a chi lo legge di tanto in tanto, e soprattutto, a chi non lo legge affatto!!

mercoledì, dicembre 21, 2005

X-mas Tree


Ma solo io faccio l'albero di Natale il 21 dicembre? Anzi, dal momento che mi sembra un po' spoglio, direi che il mio albero sarà ufficialmente terminato il 22 dicembre!

E arrivato già l'inverno...mi sembra ieri che prendevo il sole il riva al mare...

lunedì, dicembre 19, 2005

Limbo


Beh, è passata esattamente una settimana. Sinceramente avrei voluto scrivere molte cose su quel giorno, ma ora mi sembra molto distante nel tempo. Non so perchè ho questa sensazione. Forse perchè non sono stata catapultata nel "limbo" che è quel periodo di ricerca assidua di un lavoro e di invio di curricula che segue la prima vera assunzione: lavoravo prima di pensare alla tesi, lavoravo durante la sua stesura, e continuo a lavorare adesso.
Per esperienza riferita da molti amici, quel "limbo" è una fase della propria vita proprio come lo era la vita universitaria. Anzi, in questo periodo la nostalgia del mondo accademico sembra prendere il sopravvento sulle altre emozioni, specialmente sull'attesa di trovare un lavoro. E allora si ricordano le giornate trascorse a cazzeggiare nei corridoi, le telefonate prima degli esami, i gruppi di studio, le mattinate trascorse nella biblioteca, il piacere di seguire una bella lezione, l'aria fresca del mattino...e ci si attacca a queste cose per paura, paura di fare un qualsiasi altro passo in avanti, e le cose più piccole diventano un caro grande ricordo. Non dico che il lavoro che faccio adesso sia il lavoro della mia vita, o forse sì per alcuni aspetti...tuttavia sono convinta del fatto che se non riesco a fare del Giappone il mio lavoro posso sempre farne il mio hobby.
Comunque, a parte il fatto che il fotografo dell'università ha ripetutamente centrato nelle foto il capoccione della mia correlatrice...la foto che allego qui sembra essere la migliore di quel giorno! Un bel sorriso liberatorio..!

lunedì, dicembre 12, 2005

110 e lode!!!!

Sono ufficialmente Dottoressa in Lingue e Civiltà Orientali!!!!
I dettagli nel prossimo post!

martedì, dicembre 06, 2005

Manca poco...


Ci siamo! Come anticipato nel precedente post, si avvicina il giorno della laurea. La tesi è finita, due copie stanno già in stampa, la terza, quella per il relatore, la sto riguardando per vedere se c'è qualche virgola fuori posto...a quanto sembra una buona padronanza della punteggiatura vale molto più delle ricerche fatte, delle pagine tradotte, dei concetti assemblati, dei soldi spesi, delle giornate di lavoro perse, degli sbalzi di umori...eggià...sembra che sia proprio così!

Ebbene...prima di sapere di che morte devo da morì, vi illustro brevemente la mia tesi! Il titolo è "Le sette divinità della fortuna. Studio pratico dei benefici terreni".
Negli ultimi anni in Giappone si è sviluppato un acceso dibattito concernente le “nuovi religioni” e l’acquisizione di benefici terreni. In particolare, la tendenza più diffusa è stata quella di considerare i nuovi movimenti religiosi giapponesi come una forma di popolarizzazione degenerata mancante del sostegno delle dottrine tradizionali, il cui unico scopo è quello di attrarre nuovi fedeli dietro la promessa dell’acquisizione di benefici materiali. Questo dibattito, che oppone i movimenti religiosi tradizionali (considerati “veri”, da un punto di vista dottrinale) ai nuovi movimenti religiosi (considerati “falsi”), ha avuto come conseguenza, da un lato, di denigrare l’aspirazione personale della ricerca di “benefici materiali in questa vita” (genze riyaku), e dall’altro, di focalizzare gli studi su altri aspetti della religiosità giapponese (come, ad esempio, il culto degli antenati, le pratiche funerarie, la Salvezza dopo la morte, ecc).

Lo scopo della mia tesi è quello di restituire il concetto di genze riyaku alla tradizione della religiosità giapponese, avvalorando l’opinione di alcuni studiosi che considerano la ricerca di benefici terreni come fondamento della religione (kisō shinkō) giapponese. Secondo lo studioso Komatsu Kazuhiko, questa ricerca di benefici terreni la si può evincere nelle formule e nelle espressioni stabilite ufficialmente per le invocazioni e le preghiere ai kami e ai Buddha: per l’intera nazione la formula è Kokka Antai (国家安泰, Pace per il Paese); per i contadini, i pescatori, e i mercanti le formule sono rispettivamente Gokoku Hōjō (五穀豊穣, Fertilità di cinque koku), Tairyo (大漁, Grande Pesca), Shōgei Hanjō (商売繁盛, Prosperi Commerci); per il tenore di vita dei privati e delle famiglie vi sono invocazioni come Enmei Chōju (延命長寿, Lunga Vita), Kanai Anzen (家内安全, Prosperità per la Famiglia), Fūki (富貴, Benessere e Onore), Fūfu Enman (夫婦円満, Armonia tra i Coniugi), Shison Hanei (子孫繁栄, Discendenza prospera), Mubyō Sokusai (無病息災, Buona Salute e Nessuna Malattia), Risshin Shusse (立身出世, Buona Carriera e Successo nella Vita). Inoltre, lo studioso aggiunge che ai giorni nostri sono diventate numerose le invocazioni per la sicurezza stradale e il superamento degli esami scolastici.

Per sostenere che il concetto di genze riyaku pervade tutta la religiosità giapponese, lo scopo del primo capitolo di questa tesi è l’individuazione della tradizione dei benefici terreni nella religiosità giapponese tramite l’analisi delle prime scritture buddiste introdotte ed adottate in Giappone, e una breve osservazione delle pratiche e credenze della religione autoctona Shintō (神道).

Il secondo capitolo di questa tesi, analizza gli aspetti morali che sostengono la richiesta di benefici terreni in una religione, quale è il Buddhismo, che reputa la rinuncia al mondo, e ai suoi aspetti illusori, come fonte di salvezza dalla sofferenza. Anche in questo caso verranno analizzati gli aspetti pratici del Buddhismo in alcune prime scritture; tuttavia, l’attenzione sarà rivolta soprattutto alla legittimità dei benefici terreni acquisiti tramite l’intercessione di una divinità (Buddha, Bodhisattva, kami, che dir si voglia), all’interno della tradizione Mahāyāna del Buddhismo.

Per quanto riguarda la pratica contemporanea dei benefici terreni nella società contemporanea, l’aspetto più visibile è costituito sicuramente dagli amuleti e talismani (omamori, お守り), dalle tavolette votive (ema, 絵馬), e dagli altri tipi di porta fortuna, acquistabili presso i templi e santuari, che promettono un’immediata concessione di benefici materiali. Si tratta di un aspetto della pratica religiosa giapponese che indubbiamente attrae anche noi occidentali. Tuttavia, in questa tesi verrà considerata l’acquisizione di benefici pratici attraverso il culto di alcune divinità.

La scelta di queste divinità è ricaduta su un gruppo di divinità molto popolari in Giappone, e che ha attratto l’attenzione dell’autrice di questa tesi per essere metafora tangibile del cosiddetto sincretismo religioso giapponese. Il gruppo, noto come Shichifukujin (七福神, Le Sette Divinità della Fortuna), è infatti composto da divinità che provengono da diversi panorami religiosi. Gli Shichifukujin verranno analizzati in dettaglio nel capitolo terzo, e l’ indagine relativa ad essi seguirà il seguente percorso: per primo verrà analizzato Ebisu (恵比寿), l’unica divinità del gruppo connessa con la mitologia giapponese, e per questo l’unica ad avere un’origine autoctona; seguiranno le tre divinità (Daikokuten, 大黒天, Benzaiten, 弁財天, e Bishamonten, 毘沙門天) provenienti dalla tradizione Hindu, assimilate successivamente nel pantheon Buddista, e conosciute e pregate in Giappone come divinità buddiste; le ultime tre sono di provenienza cinese: due sono di derivazione taoista (Fukurokuju, 福禄寿 e Jurōjin, 寿老人), mentre l’ultima, Hotei (布袋), è una divinità buddista, la cui particolarità risiede nel fatto di essere l’unica del gruppo ad esser stato un personaggio storico realmente esistito.

Ecco...nella tesi parlo proprio di questo!

sabato, dicembre 03, 2005

Appanication time!!


Inesorabilmente si avvicina il momento...12 Dicembre alle ore 9:00.
Il blog tornerà in vita dopo questa data.
Abbiate pazienza!!!

martedì, novembre 15, 2005

Corso di cultura himalayana

Volevo parlarvi di una bella iniziativa.
La Facoltà di Studi orientali dell'università "La Sapienza" di Roma sta organizzando un corso interdisciplinare in culture himalayane finanziato con i fondi della Regione Lazio. Per cui è gratutito. Il corso è destinato a persone disoccupate, anche non residenti, purché domiciliate nella Provincia di Roma, e rilascia un attestato di qualifica.
Copio e incollo l'iter formativo così come è scritto nella pagina del sito della regione. Mi raccomando: iscrivetevi! E' troppo interessante!!!

Le culture Himalayane ed in particolar modo quella Tibetana si sono rapidamente trasformate in elemento integrativo di diversi settori commerciali, i quali hanno potuto aumentare la loro produttività. I settori nei quali maggiormente si è andato radicando il prodotto Himalayano e Tibetano sono quelli industriali di import-export e quelli rivolti alla cultura e al benessere. Le finalità del corso sono: 1. Fornire un approfondimento multidisciplinare delle culture Himalayane e Tibetana. 2. Formare consulenti ed esperti in culture Himalayane. 3. Formare docenti da inserire in centri didattici di diverso tipo. Il corso si svolge attraverso un percorso formativo multidisciplinare che alterna fasi teoriche e fasi pratiche (esercitazioni individuali e di gruppo) in cui sperimentare e verificare le conoscenze apprese. In particolare, i principali contenuti dei moduli didattici sono: 1) lezioni frontali di antropologia medica; 2) lezioni interdisciplinari frontali di cultura generale (storia, filosofia, arte); 3) Salute e Sicurezza nel Lavoro; 4) la riforma del mercato del lavoro e le novità in materia pensionistica e retributiva.

sabato, novembre 05, 2005

Cosplay spaziale!!!


Ogni tanto capita che un privato cittadino si faccia un bel viaggetto nello spazio e venga ospitato nella Stazione Spaziale Internazionale. Non è il premio di una strana lotteria, ma il vezzo di qualche stramiliardario che con la vacanza spaziale unisce il dillettevole all'utile contribuendo al mantenimento dello scatafascio spaziale con ben 20 milioni di dollari.
Questa volta i soldoni sono yen!!
La notizia era già comparsa il mese scorso sul sito dell'agenzia Spaziale Russa, dove si parlava (in russo!) di un certo "Enomoto" che sarebbe diventato il quarto privato cittadino in orbita. Già si faceva il nome di Daisuke Enomoto, e la notizia è stata confermata in questi giorni.
Dice- K (è il suo soprannome) è un miliardario giapponese di soli 34 anni, ex presidente esecutivo della LiveDoor, un'agenzia che opera in campo internettiano. Dice-K partirà in un giorno ancora non precisato del prossimo autunno, e dal momento che si definisce un Gundam-otaku (fan accanito della serie animata robottiana degli anni 70) si è fatto preparare una bella tutina spaziale sul modello di un personaggio della serie, Char Aznable, "Cometa Rossa"!!!
Va bene il fenomeno dei Cosplay...ma questa cosa sfiora il ridicolo!!!

martedì, ottobre 18, 2005

Il castello errante di Howl


Mi hanno regalato il libro "Il castello errante di Howl" di Diana Wynne Jones. E' il romanzo dal quale è stato tratto l'omonimo anime di Hayao Miyazaki, che da qualche parte dovrebbe essere ancora in programmazione. Io, ovviamente...non l'ho ancora visto!
La lettura del libro è stata molto piacevole! E' iniziata su un treno regionale diretto a Bologna, ed è proseguita su un vagone di prima classe di un Eurostar diretto a Roma. Poi è terminata sul divano giallo del salone di casa mia il giorno dopo!
Non so in che modo Miyazaki ha adattato il libro e non so quali tematiche abbia preso in considerazione, ma il romanzo mi è piaciuto già così! Leggendo immaginavo i protagonisti con le fattezze dei personaggi dell'anime (qualche occhiata ai trailers l'ho data!) e questo ha contribuito a rendere la lettura letteralmente "fantastica".
E' la storia della giovane Sophie, figlia di un cappelaio che abita a Market Chipping del paese di Ingary. Sophie ha due sorelle minori, Lettie e Martha, ed è perseguitata, ma in un certo senso rassegnata all'idea di essere la primogenita, perchè ritiene di avere "poche opportunità di vivere un interessante futuro". Quando le due sorelle lasciano la casa lei prosegue l'attività del padre e inizia a confezionare cappelli. Un giorno la Strega delle Terre Desolate poco soddisfatta dei suoi cappelli la trasforma in una vecchietta! E' costretta quindi a lasciare la casa e a cercare di togliersi di dosso questo incantesimo e va da chi forse riuscirà a toglierlo, il potente Mago di Howl che se ne va in giro con il suo castello in movimento a terrorizzare la gente del posto e soprattutto le ragazze, dal momento che si dice che rapisca le giovani donne per prenderne l'anima e la giovinezza! Sophie riesce ad entrare nel castello e a stipulare un patto con il Mago e da qui inizia per lei una serie di avventure che nulla hanno a che vedere con il futuro che s'immaginava!
Il libro è scritto in maniera molto semplice, una lettura per ragazzi, e sono davvero curiosa di vedere il film animato. Sono sicura che Miyazaki è riuscito a dare alla storia un ulteriore pizzico di magia!
Lettura consigliata!

mercoledì, ottobre 12, 2005

Sfiga



La giornata di oggi è stato un vero disastro: in mattinata ho rovesciato il barattolo del caffè per terra, e ho dovuto fare pulizie alle 6e20...ho fatto i cento metri per arrivare a timbrare in orario a lavoro alle 7 (ebbene sì, anche il personale supplente ha il badge!)...a lavoro mi sono toccate tutte cacche da cambiare...andando in biblioteca ho beccato la multa sull'autobus, e mi hanno ciucciato 50 euro...e stasera?? Non lo voglio sapere...
Studiare le Sette Divinità della Fortuna non porta poi così tanta fortuna!!

(Allego una foto che non c'entra nulla con il post! In un altro blog Fuji ha asserito che queste scimmiettine arrotolate gli sembrano una vulva!! Forse la foto nell'altro blog non rende...questa l'ho fatta quando sono stata in Giappone e spero che chiarisca la cosa a Fuji...se non altro per la sua ragazza!)

martedì, ottobre 04, 2005

Sayonara dentino!


Ieri sono andata a togliermi un molare. Ormai era spacciato --per colpa di un dentista che anni fa aveva rotto il pavimento dentale mentre faceva la cura canalaria. Ora al posto del mio bel molare c'è un'enorme cavità. Sono andata ieri allo studio dentistico, ed ho aspettato che mi chiamassero per entrare. Avevo un po' di paura, togliere un dente non fa venire in mente belle immagini e sensazioni. Seduta sulla poltroncina mi viene posta un'insolita domanda: "Quanto dolore vuoi sentire?", pensando "Ma che domanda cretina..." rispondo "Il meno possibile, anzi nessun dolore!", e il dentista di rimando mi fa "Allora dobbiamo trapanarlo per dividere il dente. Ci metteremo qualche minuto in più ma non sentirai nulla!". Che bella consolazione...io il trapano ad acqua proprio non lo sopporto. Inizia a farmi l'anestesia, una siringa di anestesia iniettata in tre volte in tre punti diversi della gengiva. Inizia a formicolarmi il labbro, poi la lingua, poi la guancia, poi non sento nulla. Ho la sensazione di avere la bocca storta! E infatti ho perso completamente la sensibilità da quelle parti. Inizia l'intervento: un dentista si occupa del molare, l'altro con l'aspira-bava e lo specchietto aspira sangue e saliva e mi tiene ferma la lingua. Il dentista che sta smanettando con il trapano è un terrorista, ogni tanto se ne esce con frasi del tipo "Ora ti farà un po' male"..."Ora devi resistere un po'"..."Dimmi se ti fa male la pancia "..."Ti viene da svenire?"...Ed ogni volta mi fa prendere un colpo! Io in realtà non sento proprio nulla, solo un po' di fastidio poichè con una specie di puntello spinge per acchiappare le radici, prima una poi l'altra. Ed ecco che esce la prima, tutta insanguinata. La seconda ci mette due secondi a venire fuori. Dal momento che in questi anni si era formata un'infezione tra le due radici che aveva iniziato a mangiarsi l'osso aspirano con l'aspirabava anche l'infezione. Non possono mettere i punti..."Che peccato...!" penso io. Mi scrivo un papiro con le cose che devo e non devo fare, e mi mettono un tampone per tamponare...appunto, se no a che servono i tamponi...? Comunque telefono per farmi venire a prendere, perchè sempre di un intervento si tratta, e mi hanno detto di stare a riposo per qualche giorno. Non c'è nessuno a casa...porc...e me ne vado in farmacia a prendere gli antibiotici e gli anti dolorifici, perchè il dentista-bin-laden mi ha detto che quando passerà l'anestesia inizierà a farmi male e mi si gonfierà la guancia. Torno a casa a piedi, giusto perchè non dovevo fare sforzi. Per strada telefono al mio ragazzo che scoppia a ridermi in faccia perchè con tampone in bocca e mezza faccia anestetizzata parlavo "buffo", ha detto lui! Comunque, quando a casa tolgo il tampone vedo che al posto del dente c'è un buco rosso sangue! Ho mangiato liquido, brodo freddo e succo di frutta...e quando è passata l'anestesia...niente! Non mi fa male nemmeno stamattina e non si è gonfiato! Tiè a bin laden! Sono solo mezza rinco per l'antibiotico! Comunque oggi e domani non andrò a lavoro. E tra poco, dovrò subire l'intervento contrario, mettere un impianto di titanio nell'osso per ricostruire il dente! Che fico!

mercoledì, settembre 28, 2005

Aridatece il bambino della Kinder


Lo sapevo da qualche settimana, ma non credevo che parecchia gente si fosse già mobilitata. Non credevo che il faccino di un bambino sorridente con due occhi che ti guardano così vicini e veri avrebbe sciolto i cuori di molti come cioccolata (con + latte e - cacao) al sole. Il bambino della Kinder, quello VERO, quello con cui abbiamo deliziato molte merende nella nostra infanzia (e non solo) , quello che ci offriva tre barrette di cioccolata, non c'è più (una l'aveva morsa, ma non ce ne frega niente). L'hanno fatto fuori. L'hanno sostituito. Con "il volto di un nuovo bambino italiano, più moderno e dinamico che rappresenta meglio i ragazzi di oggi"(la risposta della Ferrero alle molte mail di protesta). Questo nuovo bambino sembra un figlio di Ridge e Brooke, non ti guarda dritto negli occhi, ha i dentoni rifatti, e non ti offre manco una barretta. E' infame. Ed egoista. Noi non lo vogliamo. Clicca sul banner sotto il mio profilo per vedere quanto dolore ha suscitato questa sostituzione.
Bambino originale della Kinder...ti vogliamo bene!

martedì, settembre 13, 2005

Signs!



Alla faccia dei cerchi sul grano!
Questa "opera" è stata realizzata ovviamente in Giappone, nel villaggio di Inakadate (prefettura di Aomori) ed è stata realizzata accostando diverse varietà di riso. Le piantine di riso sono state piantate a maggio da circa 650 persone. Lo scopo di questa opera è quello di promuovere la tradizionale piantagione e raccolta del riso che in questo villaggio è fatta ancora a mano.
I personaggi qui immortalati riprendono la tradizione artistica delle stampe ukiyo-e del periodo Edo (1603-1868): l'uomo a sinistra, personaggio del teatro Kabuki, è di un artista del XVIII secolo, Toshusai Sharaku, mentre la donna sulla destra è opera del più famoso Kitagawa Utamaro.
Le due figure misurano 165 metri per 50-60 metri e sono state realizzate per essere visibili dal comune ospitato in un edificio a forma di castello!!
Questo villaggio non è nuovo ad imprese simili: l'anno scorso hanno raffigurato la Monnalisa di Leonardo, due anni prima divinità buddhiste..!

giovedì, settembre 08, 2005

Thesis


Ecco. Sembra che sia inevitabile. Stavolta ce la devo mettere tutta e tentare di laurearmi a dicembre, anche perchè la mia relatrice non sa se le rinnovano il contratto oppure no. Ergo dopo dicembre ci potrebbero essere problemi, o per lo meno noie.
Sto traducendo come una matta, nel senso che le frasi che traducendo mi escono fuori sono da persona con seri problemi cerebrali. Mi sa che alla fine invento...!
Che la Takarabune mi porti fortuna!!
Potrei seriamente sclerare nei prossimi giorni...meditate gente, meditate!

lunedì, settembre 05, 2005

Biriken-san


In Giappone esistono tante divinità. Molte appartengono al pantheon shintoista, altre a quello Buddhista, altre a quello taoista, per non parlare poi di personaggi storici -- ad esempio fondatori di sette buddhiste o altri personaggi -- divinizzati dopo la morte.Tra queste divinità molte sono quelle pregate perchè si ritiene che portino fortuna.
Le divinità della fortuna nascono un po' per caso, e in alcuni casi il motivo per il quale esiste un culto a loro dedicato non è del tutto chiaro.

C'è una divinità della fortuna che è entrata nel pantheon di divinità giapponesi in tempi molto recenti, all'inizio del secolo scorso. Non è una divinità asiatica, ma si tratta di un personaggio...disegnato da un'americana! Sto parlando di Birikensan (Billiken).
Billiken è stato creato nel 1908 dalla mano di Florence Prezt, una giovane disegnatrice che voleva trovare lavoro come disegnatrice di fumetti in stile orientale. Modellò il suo personaggio sulla divinità cinese Joss, il dio delle "cose come devono essere", e ne venne fuori questo personaggio che è una via di mezzo tra un piccola Buddha, un elfo, un folletto. Il disegno fu venduto poi alla Horsman Co. di Chicago, e utilizzato per realizzare una statuetta portafortuna di ceramica. In meno di due anni furono vendute 200.000 bambole Billiken -- e sembra che sia la prima bambola al mondo sulla quale sia stato imposto il copyright!

La fama di Billiken varcò poi i confini del continente americano e in Giappone Billiken entrò a far parte del pantheon di divinità giapponesi: un tempio in suo onore venne elevato a Osaka, nel distretto di Shinsekai, ed un altro lo si trova a Tokyo, a Ikebukuru. Una volta passata la moda si cominciò a dimenticare quale fosse l'origine di Birikensan, e cominciarono a saltar fuori storie inverosimili, ovvero che Billiken fosse una divinità egiziana della fortuna, della felicità e della buona salute o che fosse originario degli eschimesi dell'Alaska!
A me ha sempre affascinato questo aspetto della religiosità dei giapponesi di trovare in ogni cosa un aspetto divino, ma quando mi sono imbattuta in Biriken sono rimasta alquanto perplessa. E lo sono tuttora.

venerdì, settembre 02, 2005

New fish in town!

Avete visto? Anch'io ho un pesciolino!!! Certo, non c'è un torii, come nell'acquario di qualcuno di mia conoscenza, ma mi raccomando, date da mangiare al mio piccolo Brasi rosso!!
Ho aggiunto anche un orologio!! E' un Beagle-clock!!! Che carino questo blog..!!

martedì, agosto 30, 2005

Come fare denaro


Come alcuni di voi sanno, sto preparando una tesi di laurea che ha a che vedere con la religione giapponese, e a grandi linee con l'acquisizione di benefici materiali in questa vita (genze riyaku) -nella mia tesi tale acquisizione è garantita attraverso il culto alle Sette Divinità della Fortuna (Shichifukujin).

Senza entrare troppo nello specifico -a volte lo specifico confonde- la richiesta di benefici materiali è accompagnata da un certo grado di spiritualità e moralità. Ad esempio, pensate ai "portafortuna" che molti di voi hanno preso nei templi o santuari, gli omamori. Ce ne sono molti in Giappone dedicati ad esempio al superamento degli esami scolastici (=beneficio materiale). La spiritualità sta nel tenere sempre in mente il Buddha o la divinità alla quale si chiede il beneficio (detta in parole povere), mentre la moralità del talismano sta nel ricordare agli studenti i loro doveri etici prima dell'esame, ovvero studiare molto e con impegno (ma soprattutto con impegno), soddisfare gli obblighi verso i loro genitori che li hanno sostenuti nello studio, etc.

Il tempio Saijo-ji vende un particolare talismano per accumulare denaro. Il talismano si chiama Kane no Naru Ki, ovvero "l'albero che diventa denaro". E' un talismano di plastica a forma di pino, con foglie verdi e un tronco al quale è attaccato un portachiavi di metallo. Sulla parte verde del pino sono inseriri cinque campanelli. Visto che nella lingua giapponese vi sono molte omofonie il talismano può significare anche un'altra cosa: la parola kane scritta con un ideogramma significa "denaro", ma utilizzando un altro ideogramma significa "campana, campanello"; naru, "diventare" significa anche "urlare, piangere, cantare". Perciò il nome del talismano può essere letto anche come "l'albero che suona il campanello". Attaccata al talismano c'è una tessera che riporta il titolo "O-kane no tamaru hou", "il modo per accumulare denaro", ovvero dieci azioni necessarie per fare denaro:
  1. mantenere una mente che venera i kami e i Buddha
  2. mantenere una mente che rispetta gli antenati
  3. mantenere buone relazioni con i membri della famiglia
  4. sforzarsi di stare in buona salute
  5. trattare con cura il cibo e ciò che si possiede
  6. vivere a seconda delle proprie capacità economiche
  7. fare del proprio lavoro un hobby
  8. raggiungere sempre i propri obbiettivi
  9. non riporre fede solo nel denaro
  10. vivere con gratitudine

Anche se il talismano è venduto per un fine materiale, si sottolinea sempre di mantenere un comportamento corretto sia da un punto di vista religioso che sociale.

Capito?

:)

sabato, agosto 27, 2005

Lost in Traslation


Stasera ho visto per non so quale volta il film Lost in Traslation di Sofia Coppola. Avevo voglia di vedere un po' di Giappone, e questo film soddisfa sempre questa voglia.

I pareri di chi ha visto Lost variano. Per chi non sta "dentro" la cultura giapponese e quel vago senso di "lentezza" che i film ispirati dal Giappone possono dare il parere è unanime: una vera noia. Chi conosce il Giappone e per questo era incuriosito da questo film può trarre le seguenti conclusioni: quello non è il Giappone oppure quello era il Giappone visto da chi lo vedeva per la prima volta. Io sono per quest'ultima conclusione. Le impressioni della protagonista Charlotte sono quelle avute dalla regista la prima volta che è stata in Giappone, ed è umano lasciarsi prendere la prima volta dalla "facciata" di quel che si vede, soprattutto quando si tratta di un paese che si mostra per come è raramente. O non lo fa affatto.

Inoltre il Giappone fa solo da cornice alle esistenze dei due protagonisti, lei appena sposata e con molti dubbi su quello che è e che farà. Lui attore di mezza età che invece di recitare nei film sponsorizza wiskey. Come dice il sottotitolo del film "Everyone wants to be found".
Insomma, a me questo film piace e lo consiglio. L'avete già visto? Che ne pensate?

lunedì, agosto 22, 2005

Terremoto

Stavo comodamente sdraiata sul mio divano giallo, quando ad un certo punto mi sono sentita oscillare da sinistra verso destra. Guardo il lampadario sul soffitto: oscilla. In casa l'ho sentito solo io. Il terremoto sembra sia stato di un'intensità di 4,8 gradi della scala Mercalli, e l'epicentro sembra sia stato localizzato sul litorale laziale. Ancora non si sa nulla di certo. quando sono stata in Giappone manco un terremoto ho sentito...ora devo sentirli in casa mia! Ma te pare!

domenica, agosto 21, 2005

Literature Quiz




Shakespeare: Sonnets. Everyone has heard of you, and almost everybody can find something touching in you. You are calm and control yourself, even though your wisdom and your messages are no lesser than those of others.

E' il mio risultato di un quiz dal titolo inquietate
"Quale classico della letteratura sei?"
se vi va di perdere cinque minuti

Back Home


That’s the Way Love Goes” ce l’avevo ovattata in sottofondo nelle orecchie quando il sonno stava per prendere il sopravvento. All’una e mezzo di notte chiudo gli occhi. Li riapro subito. Sono le cinque e venti del mattino. Stamattina sono tornata a casa dopo diciotto giorni di vacanze…autunnali! Per la mia pressione bassa e la tendenza allo svenimento a terra l’aria fresca e il sole coperto si sono rivelati un vero toccasana; per la mia pelle pallida tendente al bianco di Dash sono stati una rovina!
Il mare l’ho visto di striscio un paio di volte – complice il mio accompagnatore affetto da intolleranza marittima e occupazioni universitarie! Ma almeno quelle due volte la mia pelle la crema solare l’ha vista con il binocolo, risultato: ho un colorito un po’ meno pallido del solito. Mi posso accontentare!
Avevo dimenticato quanto fosse piacevole sentire la sabbia sotto il corpo disteso al sole. Ed ho altri ricordi di piccole cose vissute in questi giorni. E per il momento me li tengo un po’ per me.
Voi cosa avete vissuto in queste vacanze?

Ps. Piove

martedì, agosto 02, 2005

Buone vacanze!


Giovedì parto. Non so ancora quando tornerò, ma so che non avrò la possibilità di aggiornare di tanto in tanto questo blog. Ebbene sì, sono arrivate le tanto sospirate vacanze, dopo 11 mesi di lavoro quasi ininterrotto!
Il viaggio è breve poco più di 300 kilometri in direzione nord-est, ma la compagnia dovrebbe essere buona! Mi aspetto piccole cose da queste settimane estive: un po' di melanina distribuita in modo uniforme sul mio corpo, i muscoli delle spalle meno tesi, un bel libro, un sano riposo! Tutto ciò di positivo che verrà in più sarà ben accettato!

Buone vacanze a tutti...

mercoledì, luglio 27, 2005

Shosoin


Per chi può...dal 29 ottobre al 14 novembre il Museo Nazionale di Nara metterà in mostra alcuni oggetti custoditi nello Shosoin, il magazzino in legno del tempio Todaiji di Nara, quello dove c'è il "Grande Buddha". Secondo me è un'occasione da non perdere...molti degli oggetti esposti sono quelli usati all'inizio dell'ottavo secolo per la consacrazione della grande statua del Buddha, e quasi tutti gli oggetti custoditi in questo magazzino imperiale sono oggetti "stranieri", provenienti dall'Asia Centrale-orientale.
Oggi mi sento di dare informazioni!!
From October 29 to November 14 the Nara National Museum will exhibit prized items of Shosoin, the wooden storehouse of Todaiji temple, the one with the statue of Great Buddha! IMHO, don't miss this chance! Some items was used at the beginning of VIII century in the consecration of the Great Buddha.
Today I feel like giving news!

martedì, luglio 26, 2005

Trenta anni


Quando ero piccola, come tutte le bambine di quell'età e di quella statura, avevo già pianificato la mia vita. A ventitrè anni mi sarei sposata, a venticinque avrei avuto il mio primo figlio, una femmina, di nome Irene. I miei progetti erano limitati a questi due che consideravo il non plus ultra della realizzazione affettiva. Il resto non importava.
Ora non ho figli, il nome Irene lo detesto, non prevedo il matrimonio nella mia vita, e ieri ho compiuto trentanni. Quand'ero piccola trentanni non riuscivo nemmeno a considerali, probabilmente con un po' più di sforzo mi sarei anche potuta immaginare con quel 3 davanti, ma oltre Irene proprio non riuscivo ad andare.
A trentanni appena compiuti mi sono ritrovata, con il "mio" gruppo di amici e l'unico ragazzo sulla faccia della terra che sa emozionarmi, a bere vino rosso e mangiare, a parlare e ridere, a camminare e respirare.
Chissà perchè da piccola non riuscivo ad immaginare un futuro così semplice...

martedì, luglio 19, 2005

Rough


Oggi mi sembra di essere in una pagina estiva di un fumetto di Adachi...
Il cemento è bianco e caldo, un' enorme cicala frinisce da dentro un albero, il collo e i capelli sudano, i tratti del mio viso sono diventati piuttosto semplici, e le persone mi sembrano tutte uguali.
Quasi quasi me ne vado in piscina...non so giocare a baseball...

giovedì, luglio 07, 2005

enigmistique

In questi giorni sono fisicamente fiaccata. Non ho il tempo invece di esserlo anche psicologicamente, il che potrebbe anche essere un bene per chi mi sta vicino! Per sei ore di mattina mi devo sorbire la bellezza di 18 poppanti di età inferiore ai 20 mesi e per sei ore al pomeriggio mi devo subire le lezioni per il corso di educatore di asilo nido. Oggi però il caldo e la stanchezza hanno avuto il sopravvento...ergo...ho fatto sega al corso!
Durante la lezione dedicata alla "creatività" la psicologa di turno ci ha proposto un quesito che vi rigiro prontamente, della serie "il blog enigmistico".
Il covo di un gruppo di banditi ha un'entrata dalla quale senza la parola d'ordine non si può entrare. La parola d'ordine per motivi di sicurezza cambia ogni volta, ma seguendo una certa logica. Un bandito che vuole entrare nel covo e non conosce la parola d'ordine si mette di nascosto ad ascoltare le domande che pone il bandito che sta di guardia alla porta e le risposte che gli vengono date.
Arriva un primo bandito. Il guardiano gli dice: "24!". Il bandito risponde "12!". E il guardiano lo fa entrare.
Arriva un secondo bandito. Il guardiano gli dice "12!". Il bandito risponde "6!". E il guardiano lo fa entrare.
Arriva un terzo bandito. Il guardiano gli dice "6!". Il bandito risponde "3!". E il guardiano lo fa entrare.
Il bandito allora pensa: "Beh...ma è facilissimo! Entrerò anch'io nel covo!" e si avvicina al guardiano. Il guardiano gli dice "4!". Il bandito risponde: "2!" e il guardiano gli spara e lo uccide. Perchè?
Ps. Niente immagini perchè il mio pc è guasto...

giovedì, giugno 23, 2005


cocomero giapponese Posted by Hello

Sudore

Sono sempre più del parere che non ci si può alzare la mattina presto grondando di sudore. Ecco...in certe situazioni sarebbe pure ammissibile, ma così è alquanto ridicolo. Oggi attacco a lavoro tardi e mi farò tutte le ore più torride dentro un asilo prefabbricato in cui sudano perfino i muri...e vi assicuro che con il caldo i bambini perdono quel profumo di pulito e borotalco che la tradizione popolare attribuisce loro!
Forse un giorno scriverò qualcosa di più impegnato su questo blog...per il resto cazzeggio alla grande!!

giovedì, giugno 16, 2005

Over

Finiti! Ho finito oggi gli esami all'università! Ciò non significa che la laurea sia vicina...ma almeno un po' più vicina!
Sinceramente adesso ho il cervello un po' svuotato e vorrei solo dormire un po' e mangiare in modo decente, ma domani parto e mi concedo tre giorni di relax e coccole!

martedì, giugno 14, 2005


Nana Movie Posted by Hello

Aiuto

Quando mentiva guardava sempre fisso negli occhi di chi la stava ad ascoltare. Quando diceva la verità abbassava lo sguardo timidamente. Le piaceva guardare fuori dal finestrino del treno i cantieri delle case in costruzione e fantasticava sulle vite delle persone che le avrebbero abitate. Le vecchiette con la schiena ricurva che impacchettavano le alghe nel mercato di Nishikoji-dori le facevano tenerezza. Aspettava sempre con impazienza la prima neve, come una bambina.
Faceva freddo a Kyoto. E il vento ogni tanto le alzava la gonna. I calzini bianchi erano perfettamente incollati sui polpacci, e Michiko aveva soltanto le guance un po’ arrossate. Al santuario Kiyomizu ci era arrivata per caso camminando tra le viuzze del quartiere Yasaka. Alle cinque aveva appuntamento in una caffetteria con un’amica, ma quel pomeriggio si era ritrovata con del tempo da perdere ed era uscita di casa con la largo anticipo.
“Non voglio suicidarmi. Non credo di farcela da sola. Voglio soltanto un po’ morire”. Così le aveva detto l’amica al telefono. Aveva singhiozzato e pianto e farfugliato raccontandole la fine di un amore lungo sette anni, ma quando aveva pronunciato quella frase Michiko aveva percepito un’impassibilità che le aveva dato i brividi.
“Mi chiederà di ucciderla?” si chiese sdraiandosi sul tatami, fissando una macchia di muffa sul soffitto. “Prima ho provato a passarmi una lametta sulla pelle del polso. Lì la pelle è talmente bianca e sottile. Vedevo perfettamente le vene che avrei dovuto tagliare e cercavo di spingere sempre più forte. Non provavo nulla. Credo di avere prosciugato tutte le sensazioni di dolore”. Michiko aveva davanti agli occhi quei polsi sottili. Li aveva visti più volte. Li preferiva senza bracciali, perché nudi erano ancora più eleganti. Ma non riusciva a immaginarli lacerati da una lametta e con i lembi di pelle rossi di sangue.“E poi? Ti sei fermata, vero?”, chiese temendo che stesse parlando mentre il sangue le gocciolava dalle vene ricadendole sui vestiti. “Sì, mi sono fermata. Mi devi aiutare”.
La salita che portava al santuario era come ogni giorno gremita di persone. C’erano molti turisti stranieri, e Michiko fissò per qualche secondo una ragazza bionda che scattava delle foto alle riproduzioni in plastica dei coni gelato. Aveva un buffo cappello di lana. Non era una scena troppo insolita, ma la curiosità ingenua di quella ragazza bionda la fece sorridere un po’.
Quando andava al Kiyomizu si soffermava sempre qualche minuto a osservare la grande porta rossa. La conosceva in ogni dettaglio. Ma quel pomeriggio il rosso le metteva un senso d’inquietudine nello stomaco. “Cosa vuole che faccia per lei?” continuava a domandarsi. “Mi chiederà di spogliarla, di riempire la vasca da bagno, di tagliarle i suoi bellissimi polsi e tenerle le mani dentro l’acqua calda fino a quando la sua testa ricadrà senza vita sulle spalle e vedrò il suo corpo immerso in un tiepido liquido rossastro?”. “Mi chiederà di legarle le mani, e di sdraiarla su letto, guardare il suo sguardo triste e intenso per l’ultima volta, e poi toglierle il respiro con un cuscino?”. “Mi chiederà di stringere il suo collo snello e delicato con tutta la forza che riesco a trovare nelle mie gracili mani…”. Non riusciva a pensare di commettere il delitto senza toccare il corpo dell’amica. Non l’avrebbe aiutata a prendere una dose massiccia di tranquillanti, e non le avrebbe cucinato il pesce palla. Per Michiko togliere la vita da quel corpo era possibile solo toccando il corpo stesso.
Arrivata all’edificio principale del santuario Michiko non poteva fare a meno d’immaginarsi mentre toglieva la vita alla sua amica. Non era turbata per questo. Il fatto in sé non le recava il minimo disturbo. Ciò che le strozzava lo stomaco era che in tutte le sue fantasie si vedeva sorridere. Sorrideva eccitata. Un sensazione di morbosa euforia le corse lungo la schiena quando pensò che quel santuario poteva essere l’ultimo luogo che lei e l’amica vedevano insieme. Sentì vibrare il cellulare nella tasca della gonna. “Sono al Kiyomizu. Puoi raggiungermi qui”.“L’abbraccerò, le accarezzerò i capelli, le bacerò i polsi. La spingerò giù. Da qui saranno almeno venti metri. Il suo corpo colpirà i pali di legno, e i rami secchi degli alberi graffieranno la pelle del suo viso e delle sue braccia. La vedrò da qui, sdraiata sulla ghiaia con il collo e le gambe piegate…”
“Eccomi! Scusa per il ritardo!”
“Non ti preoccupare. Riposati un po’, stai ansimando!”
“Già! Ho fatto tutta la salita di corsa… ho bisogno di parlarti!”
“Lo so… Prendi fiato. Hai pianto ancora vero? Hai gli occhi gonfi…”
“ Sì. Ho pianto in metropolitana”.
“Ti devo aiutare, vero?”
“Io non ce la faccio da sola. E questa è una cosa troppo grande per me”.
Michiko abbassò lo sguardo e fissò una venatura del pavimento di legno della piattaforma dove stavano parlando.
Ancora con gli occhi bassi sussurrò:“Io ti voglio bene. E farei qualsiasi cosa per te. Se non ci riesci da sola ti ucciderò io…”.
L’aria fredda e densa si sciolse in una risata.
“Uccidermi?! Ti ringrazio tanto per questo pensiero gentile ma non voglio che tu mi uccida!”.
Le fantasie di Michiko si sciolsero di colpo nel suo stomaco.
“E allora? Cosa vuoi che faccia?” chiese. Non aveva il coraggio di guardare l’amica negli occhi.
“Lo so che non ti piace questo tipo di divertimento, ma… vorrei che mi accompagnassi a Tokyo. Voglio andare a Disneyland!”
“Disneyland…” sussurrò Michiko.
“Staremo una settimana! Ho già prenotato lo shinkansen… ci divertiremo!”
“Disneyland…” sussurrò Michiko.
“Lo so… lo so… è una cosa infantile, ma devo sgombrare un po’ la testa! Vorrei averla vuota almeno per qualche giorno”.
Michiko stava fissando la ghiaia a venti metri d’altezza. Se si concentrava riusciva a distinguere un singolo sassolino dall’altro. Volse lo sguardo sulle mani dell’amica, poi sui polsi, sulle braccia, le spalle, i capelli neri e folti, e infine gli occhi. Quello sguardo intenso che avrebbe saputo spengere una volta per tutte le sembrava ora del tutto vuoto. Il volto della sua amica si dissolse nella maschera di Mickey Mouse, e un sorriso storto comparve sulle labbra di Michiko, che fissando l’amica dritta negli occhi disse:
“Accompagnarti a Disneyland non può altro che farmi piacere…”

Scritto qualche mese fa, sollecitata da un amico che mi chiese un racconto sul mio viaggio in Giappone...
Mi piace questo racconto.
A te?

giovedì, giugno 09, 2005


Gambatte! Posted by Hello

Indolenza

Più si avvicina la data dell'ultimo esame meno ho voglia di studiare...poi ancora devo scoprire perchè mi sono lasciata dulcis in fundo un esame d'inglese, già non hanno avuto senso la metà degli esami che ho dato, ma studiare poesie e drammi inglesi del diciassettesimo secolo mi fa sentire il Giappone ancora più lontano di quello che è! Tanto mi lamenterò così anche quando per grazia ricevuta dal Buddha inizierò a scrivere la tesi...
Abbiate pazienza! Dopo la prossima settimana riuscirò anche a scrivere qualcosa di decente su queste pagine!
Nel frattempo ancora auguri Lollo!!!

mercoledì, maggio 25, 2005


non ricordo come si chiama l'autore.... Posted by Hello

Icebrain

Ecco...l'astenia primaverile si sta facendo sentire adesso che stiamo quasi in piena estate. Complice anche il mal di gola che ho da venerdì e la cena cinese di sabato che ho digerito per 1/5...gli altri 4/5 credo si stiamo decomponendo nella rete fognaria di Cesena....
In compenso mi sta venendo voglia di Giappone...quello studiato, quello viaggiato, quello parlato.
La mia tesi sta in ibernazione da troppo tempo, e aver trovato online la ragazza giapponese con la quale ho co-abitato l'anno scorso ha stimolato un po' l'ormone dell'iniziativa --dubito che esista una cosa del genere. Devo iniziare a scongelare i pensieri...e anche questo blog! Credo che sia il più noioso del web!!

giovedì, maggio 19, 2005


Hand&Horseman Posted by Hello

La mostra effimera

Finalmente siamo riusciti ad andare alla mostra di cui sotto! Pochi intimi, ma buoni. E' stato un caldo pomeriggio e passeggiare sotto il sole dei Fori Imperiali fa sempre un bell'effetto...certo il cielo non era quello azzuro settembrino --il colore del cielo di Roma a settembre è uno spettacolo-- e faceva fin troppo caldo, ma alla fine, dopo aver aspettato la solita ritardataria (!) iniziamo la scalata del Vittoriano! La mostra sta al quarto piano? Sì, è una domanda...non me lo ricordo proprio!! Ci accoglie un'umidità da foresta fluviale cambogiana: ma le opere esposte così non si rovinano? Anyway...
La mostra non mi ha entusiasmato come avrebbe dovuto fare.
Il percorso proponeva opere "classiche" dell'arte giapponese: un piccolo Buddha dorato, una mano lignea di una statua perduta, un mandala, un'armatura, un paio di spade, un kimono...A parte il fatto che l'allestimento è un po' lugubre --se non altro per l'illuminazione non proprio efficace, soprattutto accanto alle "didascalie" degli oggetti in mostra-- mi è sembrata una forzatura voler cercare a tutti i costi un collegamento "filosofico" tra opere, sia nel motivo dei fiori di ciliegio --motivo che ricorre sempre e ovunque in tutta l'arte giapponese-- sia nel concetto dell'effimero --stesso discorso. Il percorso "contemporaneo" con poche foto (Araki in primis) è stato breve, come le emozioni che mi ha ispirato.
Io e l'amica ritardataria siamo uscite prima del tempo a prendere un po' di fresco e a farci qualche primopiano idiota, che non metterò mai e sottolineo mai su questo blog!!
Camminando un po' giro dopo abbiamo incontrato due statue di Botero a guardia della mostra di Monet!

The Writer under purple sky! Posted by Hello

mercoledì, maggio 04, 2005


The Writer Posted by Hello

Primo Maggio

Festa dei lavoratori...Cinque lavoratori, un saltuario, e uno studente --credo-- a bere birra e a stuzzicare patatine in un'affollata quanto basta Villa Ada! Presi dall'aria buona e dall'atmosfera ludica che si respirava ci siamo fatti venire gli avambracci viola giocando a pallavolo e ad un gioco forse senza nome con un pallone che era più per piedi che per mani!!Manco Mimì Ayuhara con le catene ai polsi! Sullo sfondo "Lo Scrittore", è una riflessione sulla natura silenziosa e solitaria del processo creativo dello scrivere, la celebrazione della vittoria dell’immaginazione sull’isolamento dal mondo esterno al quale gli scrittori devono sottoporsi per raccontarlo.
Per cena siamo finiti in un ristorante cinese! Il giorno dopo tutti --o quasi-- a lavoro!

mercoledì, aprile 27, 2005

Mostra: la bellezza effimera nell'arte giapponese

Nella raffinata filosofia giapponese, il concetto di 'hippari hai' rappresenta la summa di un pensiero che, come in nessun'altra cultura, si fonde con la vita quotidiana, dalle arti all'artigianato all'alimentazione. Difficilmente traducibile in una lingua pragmatica come quella italiana, il significato di 'hippari hai' può essere compreso immaginando una forza in grado di attrarre e respingere allo stesso tempo, di affascinare e allontanare simultaneamente. Il bene e il male si compenetrano senza mescolarsi come nell'idea dello jing e dello jiang: l'effimero e il duraturo; il fragile e il forte; l'eterno nella trasparenza della carta di riso; la forza fissata sulla tenue seta; l'antico e il moderno. Gli opposti si completano nella bellezza effimera, eternamente sul filo della distruzione nel momento del suo massimo splendore.
Figura emblematica, che concentra nella sua natura tutto il carico simbolico di questi concetti, è il ciliegio e la sua fioritura, a cui il Complesso del Vittoriano dedica la splendida mostra "Come i ciliegi in fiore. Fascino della bellezza e senso dell'effimero nella tradizione artistica del Giappone", aperta al pubblico da oggi (ndr. 27 aprile) fino al 24 maggio, tutti i giorni dalle 9.30 alle 18.30.
Beh...che stiamo ad aspettare?
Andiamo!!

giovedì, aprile 21, 2005


Rugiada... Posted by Hello

Rugiada

Cominciai a giocare con le cannucce e la fettina di lime rimasta nel bicchiere. Mi sembrava di avere in mano due bacchette cinesi, fingevo di afferrare un improbabile involtino primavera. Fuori il vento portava a spasso le prime foglie morte dell’autunno sbattendole di qua e di là come il rum appena entrato in circolo nel sangue mi sbatteva di qua e di là i pensieri nella testa mischiando quelli veri con quelli soltanto sognati. Posai il bicchiere per terra, chiusi gli occhi e l’odore dei Suoi capelli mi entrò nelle narici. Ne aspirai il leggero profumo di tabacco, sudore e shampoo alla mela verde e lo ributtai fuori dalla bocca, come tirando da una sigaretta.
Mi si era addormentato sulle cosce con il viso rivolto verso il muro che ci stava di fronte, e carezzandogli la guancia la mia mano pescò un filo di saliva che gli scendeva dalla bocca. Rimasi così immobile a guardare le immagini a ritroso che mi passavano davanti agli occhi chiusi: i nostri corpi nudi e sudati, due occhi vicini e una bocca che sorride, un vialetto mano nella mano, un cordon bleu bruciato, un cin cin tra una birra e un Cuba libre, le stelle d’agosto fuori dal finestrino della macchina, la ruota panoramica, le mani tra i capelli, gli sms, Woody Allen, la pelle, il caldo, il freddo, i fuochi d’artificio, un “Come ti chiami?”, due anni vomitevoli e ipocriti come convenevoli.
Con in mente l’inizio della nostra storia aprii gli occhi nel momento della sua fine e inalai ancora il suo odore. Lui si era svegliato e mi guardava assonnato: “Che c’è?”, chiese. Il filo di saliva brillava al lato della sua bocca, sembrava la rugiada sui fiori dei cartoni animati. Feci un sorriso e scrollai le spalle: “Niente”, risposi e chinandomi lo baciai. I suoi occhi sorrisero e si richiusero soddisfatti. Con il dito tolsi il filo di saliva brillante che mi aveva lasciato sulle labbra e lo lasciai asciugare all’aria aspettando che il rum rendesse meno vomitevoli i convenevoli della nostra storia.
Racconto scritto in una giornata di fine settembre di qualche anno fa...

28

Sono usciti i risultati dell'esame di cui sotto...è andato molto ma molto meglio di quanto mi aspettassi. Io continuo a non capire quale sia il criterio di giudizio che usano i professori per valutare uno studente, perchè se fossi stata nella professoressa non mi sarei data nemmeno un 15, due figure e un calcio nel sedere!
Comunque ora devo iniziare a preparare un altro modulo, sul "teatro dell'assurdo". Se qualcuno ha testi, informazioni, consigli o quant'altro è pregato di postare senza indugi! Magari se in giro fanno qualche rappresentazione si potrebbe andare a vederla, no?

mercoledì, aprile 13, 2005


Reptiles... Posted by Hello

Disillusione

Oggi sono incavolata.
E’per via dell’esame che ho sostenuto, o meglio, non c’è stato nulla da sostenere, se non la mia testa, appoggiata sulla mia mano, poggiata sul gomito che poggiava sul tavolo, mentre mordicchiavo il cappuccio della bic blu nella speranza di trovare ispirazione.
Delle innumerevoli domande che avrebbe potuto porre la professoressa, quelle due scritte sul foglio avevano l’aria di appartenere ad un corso che non ho seguito. Ma dico. L’argomento del corso --seguito anche con una certa perdita economica-- era senza dubbio interessante, Lo strano caso del Dottor Jekyll e Mr. Hyde. E dal momento che abbiamo speso più della metà delle ore a nostra disposizione ad analizzare testualmente il testo, ci si poteva ingenuamente aspettare che so, un’analisi di un personaggio, oppure delle tecniche narrative usate da R.L.Stevenson, piuttosto che dell’altra letteratura del Doppio che sta dietro questo romanzo breve, etc. Invece cosa…? Una descrizione del periodo vittoriano…e la ricerca dell’elemento scozzese nella vita, formazione, e opere di Stevenson. Mi dispiace, ma io il corso di storia non l’ho seguito, e questo suo essere irrimediabilmente scozzese e non inglese e non gallese è una cosa che proprio non avevo considerato. E Hyde? E Jekyll? Forse mi trovavo da un’altra parte, in un’altra aula.
Mi rendo conto che a questo punto della mia vita accademica, piuttosto longeva devo constatare e soprattutto dura a morire, ancora non capisco in cosa consista la valutazione di uno studente e ancora non capisco perché me la prendo poi così tanto…

lunedì, aprile 11, 2005

Crok...

Stavo studiando, a dire il vero molto svogliatamente. Un insettino è apparso dal nulla e ha cominciato a svolazzare intorno alla lampada. Poi si è posato sulla lampadina accesa ed è stramazzato sul tavolo. Ha prodotto un leggero e secco suono "croccante".
Non aggiorno molto il blog perchè mercoledì ho un esame.

domenica, aprile 03, 2005


Buon viaggio... Posted by Hello

martedì, marzo 29, 2005

"E l'ultimo chiuda la porta...Lei per piacere non entri con la sigaretta. Non è una sigaretta? Ah, va bene, la liquerizia è ancora consentita. Mi raccomando statemi vicini, osservate tutto, e fate tesoro prezioso di questa esperienza, perchè ne vedrete di cose.Cosa sono queste? Chi me lo sa dire...? Sì, sono delle lance, sono in legno e metallo, molto pesanti. Mi raccomando, tenetele bene in mente, perchè poi capirete a cosa servivano...e la storia continua...Ecco, venite dentro, tutti...lei è sempre l'ultimo, vero? Sapete cos'era questa? E-r-a u-n-a p-r-i-g-i-o-n-e. E vedete, dove la facevano la pipì? Qui in questo buco. Ma venite...perchè la storia non è ancora finita. Ecco, venite dentro, lei si metta di guardia in quella finestra, lei con il cannone in quell'altra, poi un'altra lì, e un altro a quell'altro cannone...Arrivano i nemici da destra, avverta il cannone, ecco...spari!! BUUUM BUUUM...ma la storia non è ancora finita...Ecco, venite dentro, lungo questo corridoio...da queste feritorie i nemici non ci possono vedere, e allora cosa facciamo loro? MA-RA-MEOOOOO...ma la storia non è ancora finita..."

Ecco, la finisco io la storia. Una volta era una maestra. Ora fa la guida volontaria presso la Rocca Malatestiana di Cesena. Non so quanti bambini abbia tirato sù. Il giro turistico è poi proseguito con altri "marameooo", storie di fantasmi, una tipa stupita (o stupida) che non la smetteva mai di parlare e si meravigliava per qualsiasi cosa inutile che vedeva o che la maestrina le faceva vedere, e per fortuna alla fine il giro è finito.La Rocca di Cesena è "mantenuta" relativamente attiva culturalmente da un gruppo di volontari. Per lo più è gente in pensione, sicuramente con un certo entusiasmo e tante buoni intenzioni, non lo metto in dubbio, ma quando sono uscita ne sapevo meno di quando ne ero entrata. Per fortuna P. spesso e volentieri m'illuminava, anche se credo avrebbe voluto per lo meno stringere un po' le sue mani sul mio piccolo collo per la malsana idea di andare a visitare l'interno della Rocca con quella tipa. Lo ringrazio tanto per non averlo fatto! "In bocca al lupo, giovanotti!" è quello che ha lasciato scritto sul libro degli ospiti.

Mi è mancata la storia, e il fascino che pietre antiche di seicento anni circa sanno trasmettere anche da sole, e ovviamente non per colpa di persone che di anni ne hanno cinquecentoquaranta in meno, circa. E per fortuna che il progetto di fare del tutto un ristorante è andato in fumo...

venerdì, marzo 25, 2005


Kamo River, Kyoto Posted by Hello

Pasqua...

"Dannarsi a fatica, a scuola o all'università, in chiesa o al mercato, è mancanza di vitalità, mentre una propensione alla pigrizia implica appetiti eclettici e un forte senso d'identità" (Robert L. Stevenson, In difesa dei pigri)
E' il mio augurio per queste imminenti vacanze!
Per quanto mi riguarda ci vediamo martedì!
Pasqua...bel nome per una festa!

giovedì, marzo 24, 2005


... Posted by Hello

Linoleum

Quella mattina la mia vita era cominciata come tutti i giorni. Mi ero svegliata da sola, avevo notato che ci vedevo ancora e che riuscivo a muovermi, ma c’era ancora in me la stessa sensazione che tutto fosse troppo grande. Hanno detto che passerà anche questa, hanno detto. Avevo fatto colazione, pianto solo un pochino questa volta. Sto diventando brava, dicono. Qualche mese fa ricordo che ero un vero impiastro, ma come si fa a non piangere, gridare, dimenarsi quando si viene abbandonati? È il solo modo che conosco per dire : «Eh no, cari! Io non ci sto mica! Non vale! Ma dove ve ne andate? Ehi, aspettate…E ora?». Pianto greco. Sono sicura che tra qualche anno imparerò qualche modo meno clamoroso e più subdolo per manifestare lo stesso senso d’abbandono. Bisogna solo saper aspettare. Finora sono una primadonna e queste cose me le posso permettere.
Dicevo. Da qualche mese a questa parte le mattine passavano allo stesso modo, rasentando la monotonia. Ho visto il gatto e detto «Miao». Ho visto il cane e detto: «Bau-bau». Con la giraffa posso solo dire : «Affa», perché non ho la più pallida idea di come faccia una giraffa. Sono intelligente, questo è fuori discussione, la giraffa ha il collo lungo, e mangia gli alberi, ma come fa non lo so proprio. A quanto sembra non lo sanno nemmeno loro. E non lo sa nemmeno Lui. Certo delle Sue capacità intellettive si può anche dubitare un po’. Una volta gli hanno fatto vedere un pappagallo. Gli hanno detto «Pappa…» e lui ha detto «Ppero». Mi sono vergognata per lui in quel momento. Mi ha fatto intendere che voleva fare il simpatico. Ma io non ci ho creduto. Non sono stupida e sono una primadonna, queste cose le capisco al volo. È molto più che intuito femminile.
Il fatto è successo dopo pranzo.
Siamo andati fuori. Ora che non fa più freddo ci portano fuori. Ho deciso che la stagione che mi piace di più è la primavera. Mi ero un po’ annoiata a cadere sul linoleum della stanza: non è proprio bello sbattere la fronte. La prima volta si piange. E anche la seconda. A dire il vero si piange anche le volte successive. Il fatto è che non c’è solo quell’attimo di paura, quando stai cadendo di faccia, e il pavimento si fa sempre più vicino, e sai che tra un attimo ti sbatterà contro provocandoti dolore fisico. Subentra anche una certa frustrazione psicologica. Il pavimento è liscio e anche quando è sgombro non sai mai perché cadi. E ti senti inadeguato anche per un pavimento liscio. Cadere sulla terra e sull’erba è tutta un’altra storia: si può dare la colpa dell’infelice caduta a un sasso, alle irregolarità del terreno, o a una formica, e il tutto a favore dell’autostima. È una bella cosa. Credo che addossare le colpe agli altri sia una cosa che fa crescere.
Lui è stato il primo a camminare. Lo ammiravo per questo, e allo stesso tempo lo invidiavo in modo impressionante. Lui che non era primadonna e non era nemmeno donna riusciva a starsene beato in piedi, dominare tutti noi quadrupedi, arrivare per primo ai giochi, a volte anche giocando sporco, calpestandoci. Ricordo di avergli fatto più volte lo sgambetto per ridimensionarlo un po’. Se non ci pensavo io chi lo avrebbe fatto? Tutti a dirgli «Bravo, bravo!». Si sarebbe di certo montato la testa. E un uomo con la testa montata è specie pericolosa.
Però, quanto mi piaceva? Non riuscivo ad ammetterlo, ma mi piaceva molto più dell’orsetto con cui dormivo. Sentivo di tradire l’orsetto, e di questa cosa me ne dispiacevo, ma Lui aveva le manine più belle di tutti gli altri, due occhi grandi che ti facevano venir voglia di pizzicarli e tirarli fuori da dove erano stati messi e farli rimbalzare a terra per un po’, un sorriso incantatore, una dozzina di dentini messi tutti al posto giusto, e il pannolino sempre calato. E poi quando parla: “palla”, “macchina”, “bua”, “cacca” sono parole che acquistano un significato magico quando le pronuncia Lui. A parte l’incidente “pappappero” non posso fare a meno di confessare che avevo un debole per quell’uomo.
I nostri contatti sono stati sempre brevi, tuttavia intensi. Quando stava sviluppando la sua supremazia fisica dando in testa i giochi agli altri, una volta ha reso anche me partecipe di questa sua crescita interiore colpendomi con una macchinina. È stato talmente bello che non ho potuto fare a meno di piangere. Un’altra volta mi ha fatto mangiare con il suo cucchiaio e di nuovo mi ha reso partecipe di qualcosa di suo, la gastroenterite che ci ha costretti a letto per due settimane.
La primavera era bella anche per i fiori. Li facevano raccogliere per poi darli a qualcuno. E dopo l’offerta era automatico il bacino. Quanti baci a primavera.
Fino a quel momento tutto normale. C’era chi faceva giardinaggio strappando le foglie delle piante, chi faceva rimbalzare una macchinina – e poi mi chiedo perché mi sento intelligente… -, chi parlava del più e del meno usando solo sillabe inizianti con T, chi raccoglieva fiori e dava bacini, chi dava solo bacini. Cosa? No. Non è possibile. La storia dei baci è un riflesso condizionato. Lo sa anche Pavlov. Non si possono dare baci senza dare prima fiori. Ma chi è che infrange le leggi del cosmo? E chi è che infrange le leggi del cosmo proprio con Lui? Era Lei.
Se ne stava lì in piedi, come una ballerina, sulle punte, cercando di trovare il baricentro del suo equilibrio attaccandosi proprio alla Sua spalla, e le sue labbra, a dire il vero un po’ bavose, si erano incollate alla guancia di Lui. Sulla Sua faccia era spuntato un sorriso giocondo, non capivo se gli piaceva oppure no essere mangiato da quelle labbra. Di sicuro non doveva essere una sensazione sgradevole. A me piacerebbe essere mangiata di tanto in tanto. Lo ammetto.
La cosa più seccante fu che Lui ricambiò il bacio con la stessa rapidità con cui una zanzara punge. In realtà cominciavo a sentirlo un po’ di prurito. Eritema da stress, senza dubbio. Stavo per essere colta da una crisi esistenziale. Mi girava un po’ la testa e cominciai a camminare sull’erba con in mente queste domande: Forse per vivere in santa pace non bisogna accontentare nessuno? Forse non bisogna aspettare il risultato di un riflesso condizionato? Forse è meglio mostrarsi stupidi per comportarsi liberamente? Camminavo e incrociavo gli sguardi degli altri. Stavo puntando i Due per poterli separare, e tendevo la mano verso quelle labbra che assaggiavano la Sua pelle. Quanti scambi di cellule. Persi il mio equilibrio mentale e caddi in modo maldestro a terra. Dov’era la formica? E dov’era il sasso? Non c’era niente e rimasi con un po’ di terra in bocca a chiedermi: Di chi è la colpa?>
Mi sa che questo oltre ad innumerevoli lettere, mail, e liste della spesa è il primo racconto che ho scritto.
In questi giorni all'asilo stiamo lavorando solo noi supplenti. Un bimbo -- un'hobbit di tre anni-- mi ha tirato una costruzione sul naso. Va bene che mi dovrei operare per la deviazione al setto nasale, ma così è ridicolo. M'ha fatto male...

martedì, marzo 22, 2005


Lain Posted by Hello

Impronte

"Il vagone della metropolitana grondava persone, fiato, odori, unto, stanchezza, muscoli afflosciati dal caldo, starnuti, gocce di sudore, umidità. Riflessa nel finestrino notai che mi si erano già arricciati i capelli, ma non li toccai per paura di sporcarli. Alla fermata Tiburtina scesero in molti, tutti quelli con la valigia e gli infradito. Mi vennero in mente i sedili blu dei treni regionali, i prati di Capannelle, l’aria fresca dei Castelli. «Domani torno a Frascati» pensai non troppo convinta. Vicino alle porte d’uscita c’era la pubblicità di un centro dimagrante che promuoveva “sconti bikini”. Di fronte a me era rimasta una signora: pelle giallognola, fianchi larghi, sciatta, cadente, testa arancione e grigia, una ciocca di capelli appiccicata sulla guancia. Aveva un borsone di paglia dal quale spuntava un sedano. Credo che tutto il cattivo odore del vagone provenisse dai suoi piedi: duri, accaldati, più gialli della sua pelle e scuri sui talloni. Li avevi infilati a forza in un paio di ciabatte argentate con la suola di sughero pressato. La fibbia sul collo del piede premeva, e quattro dita ammucchiate una sopra l’altra facevano capolino dalla punta della ciabatta. L’alluce destro era deformato e tale e quale era l’unghia, ricurva, ispessita e con una macchia di smalto rosso che stava lì almeno dagli anni ‘50. Del mignolo non c’era traccia. Immaginai quei piedi in riva al mare pulirsi nell’acqua fresca e nella sabbia, impregnarsi d’acqua salata e di odore di iodio, e per un processo osmotico rigenerarsi fino a diventare bianchi e morbidi. Presa da queste fantasie stavo per perdere la mia fermata. Aprii le porte, e scendendo mi voltai un attimo a guardarla. Stava per tossire e allontanandomi riuscii solo a sentire catarro venire su dai polmoni e qualcuno che deglutiva".
Questo breve racconto l'ho scritto, forse quasi due anni fa. Ora l'ho mandato per il concorso letterario "Parole in corsa" indetto qui a Roma dall'ATAC e da Trambus. La scorsa settimana un tipo mi aveva invitata ad una trasmissione sulla rete locale Roma Uno (che promuove questa iniziativa) per parlare insieme ad altri "scrittori" inediti dei racconti o forse dell'iniziativa in genere. Ieri ho declinato l'invito...! Sono impacciata quando mi scattano una foto, figuriamoci davanti ad una telecamera!

lunedì, marzo 21, 2005


lanterna Posted by Hello