Dicevo. Da qualche mese a questa parte le mattine passavano allo stesso modo, rasentando la monotonia. Ho visto il gatto e detto «Miao». Ho visto il cane e detto: «Bau-bau». Con la giraffa posso solo dire : «Affa», perché non ho la più pallida idea di come faccia una giraffa. Sono intelligente, questo è fuori discussione, la giraffa ha il collo lungo, e mangia gli alberi, ma come fa non lo so proprio. A quanto sembra non lo sanno nemmeno loro. E non lo sa nemmeno Lui. Certo delle Sue capacità intellettive si può anche dubitare un po’. Una volta gli hanno fatto vedere un pappagallo. Gli hanno detto «Pappa…» e lui ha detto «Ppero». Mi sono vergognata per lui in quel momento. Mi ha fatto intendere che voleva fare il simpatico. Ma io non ci ho creduto. Non sono stupida e sono una primadonna, queste cose le capisco al volo. È molto più che intuito femminile.
Il fatto è successo dopo pranzo.
Siamo andati fuori. Ora che non fa più freddo ci portano fuori. Ho deciso che la stagione che mi piace di più è la primavera. Mi ero un po’ annoiata a cadere sul linoleum della stanza: non è proprio bello sbattere la fronte. La prima volta si piange. E anche la seconda. A dire il vero si piange anche le volte successive. Il fatto è che non c’è solo quell’attimo di paura, quando stai cadendo di faccia, e il pavimento si fa sempre più vicino, e sai che tra un attimo ti sbatterà contro provocandoti dolore fisico. Subentra anche una certa frustrazione psicologica. Il pavimento è liscio e anche quando è sgombro non sai mai perché cadi. E ti senti inadeguato anche per un pavimento liscio. Cadere sulla terra e sull’erba è tutta un’altra storia: si può dare la colpa dell’infelice caduta a un sasso, alle irregolarità del terreno, o a una formica, e il tutto a favore dell’autostima. È una bella cosa. Credo che addossare le colpe agli altri sia una cosa che fa crescere.
Lui è stato il primo a camminare. Lo ammiravo per questo, e allo stesso tempo lo invidiavo in modo impressionante. Lui che non era primadonna e non era nemmeno donna riusciva a starsene beato in piedi, dominare tutti noi quadrupedi, arrivare per primo ai giochi, a volte anche giocando sporco, calpestandoci. Ricordo di avergli fatto più volte lo sgambetto per ridimensionarlo un po’. Se non ci pensavo io chi lo avrebbe fatto? Tutti a dirgli «Bravo, bravo!». Si sarebbe di certo montato la testa. E un uomo con la testa montata è specie pericolosa.
Però, quanto mi piaceva? Non riuscivo ad ammetterlo, ma mi piaceva molto più dell’orsetto con cui dormivo. Sentivo di tradire l’orsetto, e di questa cosa me ne dispiacevo, ma Lui aveva le manine più belle di tutti gli altri, due occhi grandi che ti facevano venir voglia di pizzicarli e tirarli fuori da dove erano stati messi e farli rimbalzare a terra per un po’, un sorriso incantatore, una dozzina di dentini messi tutti al posto giusto, e il pannolino sempre calato. E poi quando parla: “palla”, “macchina”, “bua”, “cacca” sono parole che acquistano un significato magico quando le pronuncia Lui. A parte l’incidente “pappappero” non posso fare a meno di confessare che avevo un debole per quell’uomo.
I nostri contatti sono stati sempre brevi, tuttavia intensi. Quando stava sviluppando la sua supremazia fisica dando in testa i giochi agli altri, una volta ha reso anche me partecipe di questa sua crescita interiore colpendomi con una macchinina. È stato talmente bello che non ho potuto fare a meno di piangere. Un’altra volta mi ha fatto mangiare con il suo cucchiaio e di nuovo mi ha reso partecipe di qualcosa di suo, la gastroenterite che ci ha costretti a letto per due settimane.
La primavera era bella anche per i fiori. Li facevano raccogliere per poi darli a qualcuno. E dopo l’offerta era automatico il bacino. Quanti baci a primavera.
Fino a quel momento tutto normale. C’era chi faceva giardinaggio strappando le foglie delle piante, chi faceva rimbalzare una macchinina – e poi mi chiedo perché mi sento intelligente… -, chi parlava del più e del meno usando solo sillabe inizianti con T, chi raccoglieva fiori e dava bacini, chi dava solo bacini. Cosa? No. Non è possibile. La storia dei baci è un riflesso condizionato. Lo sa anche Pavlov. Non si possono dare baci senza dare prima fiori. Ma chi è che infrange le leggi del cosmo? E chi è che infrange le leggi del cosmo proprio con Lui? Era Lei.
Se ne stava lì in piedi, come una ballerina, sulle punte, cercando di trovare il baricentro del suo equilibrio attaccandosi proprio alla Sua spalla, e le sue labbra, a dire il vero un po’ bavose, si erano incollate alla guancia di Lui. Sulla Sua faccia era spuntato un sorriso giocondo, non capivo se gli piaceva oppure no essere mangiato da quelle labbra. Di sicuro non doveva essere una sensazione sgradevole. A me piacerebbe essere mangiata di tanto in tanto. Lo ammetto.
La cosa più seccante fu che Lui ricambiò il bacio con la stessa rapidità con cui una zanzara punge. In realtà cominciavo a sentirlo un po’ di prurito. Eritema da stress, senza dubbio. Stavo per essere colta da una crisi esistenziale. Mi girava un po’ la testa e cominciai a camminare sull’erba con in mente queste domande: Forse per vivere in santa pace non bisogna accontentare nessuno? Forse non bisogna aspettare il risultato di un riflesso condizionato? Forse è meglio mostrarsi stupidi per comportarsi liberamente? Camminavo e incrociavo gli sguardi degli altri. Stavo puntando i Due per poterli separare, e tendevo la mano verso quelle labbra che assaggiavano la Sua pelle. Quanti scambi di cellule. Persi il mio equilibrio mentale e caddi in modo maldestro a terra. Dov’era la formica? E dov’era il sasso? Non c’era niente e rimasi con un po’ di terra in bocca a chiedermi: Di chi è la colpa?>
Mi sa che questo oltre ad innumerevoli lettere, mail, e liste della spesa è il primo racconto che ho scritto.
In questi giorni all'asilo stiamo lavorando solo noi supplenti. Un bimbo -- un'hobbit di tre anni-- mi ha tirato una costruzione sul naso. Va bene che mi dovrei operare per la deviazione al setto nasale, ma così è ridicolo. M'ha fatto male...
5 commenti:
Beh... ho deciso che lo leggo (e lo commento pure) al contrario il tuo blog... bisogna sempre essere originali, non lo sai? ^^
Vabbé... volevo dire... bello! Mi è piaciuto! Davvero un racconto carino... semplice e (almeno per me) originale.
...e non ti preoccupare per l'operazione al setto nasale, passa pure quella (ci sono passato anch'io...)... anche se poi i dottori non è che facciano qualcosa di diverso da quello che ha fatto il bambino, giusto loro non usano le costruzioni...!! ;) (in realtà io dormivo nel frattempo, quindi può darsi pure che le abbiano usate... :D)...
Beh...che dire! Grazie dell'otnemmoc --giusto perchè hai detto di leggerlo al contrario!!
Questa cosa dell'operazione in realtà non mi va molto, ma poi tu sei tornato a respirare come Buddha comanda?
Ti assicuro che una costruzione al lato di una narice fa male! Il bimbo l'ho sgridato tanto che poi si è messo a piangere per un quarto d'ora, ma poi con la sua faccia angelica da hobbit nano mi ha detto "MA io mica l'ho fatto apppposta!!!".
Uhm... devo decidere se leggere al contrario anche i (o gli?) itnemmoc oppure no... ma prima che mi gioco l'ultimo neurone rimasto mi sa che è meglio di no...
Comunque, seriamente... per l'operazione non ti preoccupare, sul serio! Anche per me si trattava di risistemare il mio setto nasale deviato e ora respiro decisamente meglio... è un po' rognosetta come cosa (io l'ho fatta d'estate... -_-), ma è tranquilla... ;) Poi magari se vuoi ti racconto meglio, sennò qui diventa un otnemmoc medico e mi sa che non è il caso ^^!
Certo che non riesco proprio ad immaginarmi bene il 'tuo' bimbo... un hobbit è già alquanto minuto, poi se è pure nano....... :D ...
...menomale che ci sono i bimbi, comunque.
L'hai scritto tu?
Certo che l'ho scritto io!!
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