Il 14 febbraio si festeggia San Valentino anche in Giappone, ma come accade spesso anche per altre occasioni, i giapponesi lo festaggiano in un modo del tutto particolare: sono solo le fanciulle che fanno regali ai maschietti!
Questa abitudine sembra avere le sue radici in una campagna che un'industria dolciaria giapponese, la Mary's Chocolate Company, iniziò nel 1958, promuovendo il giorno di San Valentino come il giorno in cui "le donne confessano il loro amore ad un uomo con un regalo di cioccolato." Il fornitore vendette il cioccolato a forma di cuore presso un grande magazzino di Tokyo. Soltanto cinque ne furono venduti in quell' anno, ma questa "vendita di Valentino" divenne popolare ogni anno che passava e l'abitudine delle ragazze di regalare il 14 febbraio cioccolato (ma anche caramelle e dolcetti vari) ai ragazzi ha messo gradualmente piede anche in Giappone.
C'erano stati altri tentativi da parte di un'altra industria di cioccolato, la Morozoff, di introdurre la festa degli innamorati nel 1936 e nel 1952, ma in quel periodo i tempi per la festa degli innamorati non erano ancora pronti. Il giorno di San Valentino acquistò piena popolarità solo negli anni '70 con altre caratteristiche prettamente nipponiche: i destinatari dei regali in cioccolata infatti in Giappone non sono soltanto quei ragazzi che stanno "nel cuore" delle fanciulle (fidanzati, mariti, ragazzi con i quali escono o per i quali hanno una cotta), ma la maggiorparte degli appartenenti al sesso maschile che fanno parte della vita della ragazza: quindi anche colleghi di lavoro, capi, amici, fratelli, il padre, ecc.
Due infatti sono i tipi di cioccolata che si regala a San Valentino: la giri choko e la honmei choko. Giri significa "obbligo", "dovere" soprattutto "sociale", nel senso confuciano del termine [cfr. la dicotomia giri/ninjo ("il sentimento umano spontaneo"), leitmotiv che ricorre spesso nella letteratura giapponese del periodo Tokugawa (1603-1868) e nelle rappresentazioni teatrali di kabuki in cui questi due valori entrano in forte conflitto], mentre choko sta semplicemente per "cioccolata". La giri choko allora è quella cioccolata che si regala per "dovere", soprattutto ai colleghi di lavoro e ai capi, ma anche ad amici verso i quali non si prova un particolare sentimento, e che potrebbero restarci comunque male per non aver ricevuto cioccolata! Non è insolito che una ragazza a San Valentino regali giri choko a 20 o 30 persone! A suo vantaggio va però il fatto che di solito questa cioccolata costa di meno rispetto alla honmei choko, non tanto per la qualità del prodotto, quanto per le confezioni che di solito sono più piccole e meno elaborate (si aggirano in media dai 300 ai 500 yen, poco meno di 5 €).
Honmei significa invece "probabile vincitore", il "favorito": si regala honmei choko al/ai ragazzo/i ai quali si vuole confessare il proprio interesse, al fidanzato, al marito, a persone comunque importanti e speciali per le quali si vuole spendere anche un po' di più! La honmei choko infatti nei negozi costa di più della giri choko poiché è confezionata e venduta in forme particolari (soprattutto a forma di cuore) e, ad esempio, è decorata con il nome del destinatario, ed il prezzo medio si aggira intorno ai 2000 yen (circa 15 €). Per rendere ancora più speciale il dono c'è l'usanza di fare a casa i propri cioccolatini, sciogliendo la cioccolata e creando con le proprie mani un regalo più personale.
Durante gli anni '80 i negozi che vendevano dolciumi non si lasciarono sfuggire l'occasione di sfruttare il senso del dovere della clientela, e crearono anche il "Giorno Bianco". Si tratta del giorno in cui i ragazzi che il 14 febbraio hanno ricevuto cioccolatini e dolci, "ricambiano" il favore facendo lo stesso dono alle ragazze dalle quali hanno ricevuto qualcosa un mese prima. Il "Giorno Bianco" si festeggia infatti il 14 marzo, ed è chiamato in questo modo perché le confezioni di dolci sono in genere incartate con carta bianca, o comunque il colore predominante è il bianco.
La festa di San Valentino in Giappone è comunque più sentita dagli adolescenti, in particolare quelli delle scuole medie e superiori, e soprattutto tra i maschi c'è una vera e propria competizione per chi riceve più cioccolata…anche questo è indice di popolarità! Il vantaggio di chi non ne riceve per niente e che non dovrà spendere uno yen il mese successivo!
Questa abitudine sembra avere le sue radici in una campagna che un'industria dolciaria giapponese, la Mary's Chocolate Company, iniziò nel 1958, promuovendo il giorno di San Valentino come il giorno in cui "le donne confessano il loro amore ad un uomo con un regalo di cioccolato." Il fornitore vendette il cioccolato a forma di cuore presso un grande magazzino di Tokyo. Soltanto cinque ne furono venduti in quell' anno, ma questa "vendita di Valentino" divenne popolare ogni anno che passava e l'abitudine delle ragazze di regalare il 14 febbraio cioccolato (ma anche caramelle e dolcetti vari) ai ragazzi ha messo gradualmente piede anche in Giappone.
C'erano stati altri tentativi da parte di un'altra industria di cioccolato, la Morozoff, di introdurre la festa degli innamorati nel 1936 e nel 1952, ma in quel periodo i tempi per la festa degli innamorati non erano ancora pronti. Il giorno di San Valentino acquistò piena popolarità solo negli anni '70 con altre caratteristiche prettamente nipponiche: i destinatari dei regali in cioccolata infatti in Giappone non sono soltanto quei ragazzi che stanno "nel cuore" delle fanciulle (fidanzati, mariti, ragazzi con i quali escono o per i quali hanno una cotta), ma la maggiorparte degli appartenenti al sesso maschile che fanno parte della vita della ragazza: quindi anche colleghi di lavoro, capi, amici, fratelli, il padre, ecc.
Due infatti sono i tipi di cioccolata che si regala a San Valentino: la giri choko e la honmei choko. Giri significa "obbligo", "dovere" soprattutto "sociale", nel senso confuciano del termine [cfr. la dicotomia giri/ninjo ("il sentimento umano spontaneo"), leitmotiv che ricorre spesso nella letteratura giapponese del periodo Tokugawa (1603-1868) e nelle rappresentazioni teatrali di kabuki in cui questi due valori entrano in forte conflitto], mentre choko sta semplicemente per "cioccolata". La giri choko allora è quella cioccolata che si regala per "dovere", soprattutto ai colleghi di lavoro e ai capi, ma anche ad amici verso i quali non si prova un particolare sentimento, e che potrebbero restarci comunque male per non aver ricevuto cioccolata! Non è insolito che una ragazza a San Valentino regali giri choko a 20 o 30 persone! A suo vantaggio va però il fatto che di solito questa cioccolata costa di meno rispetto alla honmei choko, non tanto per la qualità del prodotto, quanto per le confezioni che di solito sono più piccole e meno elaborate (si aggirano in media dai 300 ai 500 yen, poco meno di 5 €).
Honmei significa invece "probabile vincitore", il "favorito": si regala honmei choko al/ai ragazzo/i ai quali si vuole confessare il proprio interesse, al fidanzato, al marito, a persone comunque importanti e speciali per le quali si vuole spendere anche un po' di più! La honmei choko infatti nei negozi costa di più della giri choko poiché è confezionata e venduta in forme particolari (soprattutto a forma di cuore) e, ad esempio, è decorata con il nome del destinatario, ed il prezzo medio si aggira intorno ai 2000 yen (circa 15 €). Per rendere ancora più speciale il dono c'è l'usanza di fare a casa i propri cioccolatini, sciogliendo la cioccolata e creando con le proprie mani un regalo più personale.
Durante gli anni '80 i negozi che vendevano dolciumi non si lasciarono sfuggire l'occasione di sfruttare il senso del dovere della clientela, e crearono anche il "Giorno Bianco". Si tratta del giorno in cui i ragazzi che il 14 febbraio hanno ricevuto cioccolatini e dolci, "ricambiano" il favore facendo lo stesso dono alle ragazze dalle quali hanno ricevuto qualcosa un mese prima. Il "Giorno Bianco" si festeggia infatti il 14 marzo, ed è chiamato in questo modo perché le confezioni di dolci sono in genere incartate con carta bianca, o comunque il colore predominante è il bianco.
La festa di San Valentino in Giappone è comunque più sentita dagli adolescenti, in particolare quelli delle scuole medie e superiori, e soprattutto tra i maschi c'è una vera e propria competizione per chi riceve più cioccolata…anche questo è indice di popolarità! Il vantaggio di chi non ne riceve per niente e che non dovrà spendere uno yen il mese successivo!
4 commenti:
Originali come al solito, insomma...! ^^
Certo che... quel poraccio che non riceve manco un cioccolatino "per dovere"... pensa come si sente! Manco per obbligo se lo filano...! Poraccio.... ^^''
Solo i giapponesi sono capaci di far diventare quello che dovrebbe essere un piacere in un dovere...
Cioè una poveraccia che lavora in un ufficio con soli uomini per San Valentino si da malata!!! o almeno io farei così.. hihihih
Tu sei poco giapponese..!!! =P E lo si capisce anche dal fatto che non ti piace il gelato al thè verde! Hihihihihi!
Comunque credo che il fatto di regalare cioccolata (o dolci vari) anche a capi e colleghi abbia la stesso valore delle forzate uscite serali tra colleghi ad ubriacasi: ovvero cementano --in modo ipocrito secondo me, ma questo è un altro discorso-- i rapporti di lavoro. Per fortuna che San Valentino viene una volta l'anno!
si però a me non hanno regalato neanche un cioccolatino a sto giro..E pensare che ho pure assistito a tutte le p*llosissime lezioni di italiano solo per farmi notare in vista di san valentino :D (sono in giappone eh!)
nick monroe (hosse da giapponegiappone)
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