sabato, agosto 27, 2005

Lost in Traslation


Stasera ho visto per non so quale volta il film Lost in Traslation di Sofia Coppola. Avevo voglia di vedere un po' di Giappone, e questo film soddisfa sempre questa voglia.

I pareri di chi ha visto Lost variano. Per chi non sta "dentro" la cultura giapponese e quel vago senso di "lentezza" che i film ispirati dal Giappone possono dare il parere è unanime: una vera noia. Chi conosce il Giappone e per questo era incuriosito da questo film può trarre le seguenti conclusioni: quello non è il Giappone oppure quello era il Giappone visto da chi lo vedeva per la prima volta. Io sono per quest'ultima conclusione. Le impressioni della protagonista Charlotte sono quelle avute dalla regista la prima volta che è stata in Giappone, ed è umano lasciarsi prendere la prima volta dalla "facciata" di quel che si vede, soprattutto quando si tratta di un paese che si mostra per come è raramente. O non lo fa affatto.

Inoltre il Giappone fa solo da cornice alle esistenze dei due protagonisti, lei appena sposata e con molti dubbi su quello che è e che farà. Lui attore di mezza età che invece di recitare nei film sponsorizza wiskey. Come dice il sottotitolo del film "Everyone wants to be found".
Insomma, a me questo film piace e lo consiglio. L'avete già visto? Che ne pensate?

7 commenti:

Davide ha detto...

Io non l'ho visto... quando uscì sinceramente mi diede l'impressione di un filmetto, forse perché Bill Murray non mi ha mai esaltato come attore... poi sentendo un po' di commenti abbastanza 'positivi' da parte di chi mastica un po' di Giappone (come il tuo), mi è venuta un po' di curiosità.... quindi vuol dire che presto lo vedrò! ;)

Anonimo ha detto...

A me non è piaciuto: quella non è l'impressione che fa il Giappone la prima volta a tutti, ma un'impressione fatta di stereotipi tipici. Sinceramente non lo consiglierei.

Bea ha detto...

Un film, come un'opera teatrale un romanzo eccetera, è ovvio che dà interpretazioni personali del regista (dello scrittore) sulla realtà che vede e vive. Io credo che il film della Coppoletta nella sua personale interpretazione non sia del tutto falso. E non è falsa nemmeno la reazione che hanno i due protagonisti (ignari della cultura giapponese) nei confronti di quello che vedono. Il film non è un documentario sul Giappone realizzato da una yamatologa, in questo caso sarebbe falso, e nemmeno un film sulla scoperta del Giappone. Sicuramente, noi che siamo stati in Giappone almeno una volta, e ce ne "intendiamo" un po', avremo realizzato un film totalmente diverso. La storia di fondo è comunque quella di due persone che s'incontrano e si lasciano in un paese straniero. E le impressioni che hanno queste due persone secondo me sono veritiere (considerano anche che si tratta di americani).
Io lo vedo spesso, e volentieri.

Bea ha detto...

In cosa è stata brava?
Io ripeto quello che ho scritto, secondo me quello è un film vero... non nel senso che mostra il vero Giappone, ma nel senso che mostra una reazione comunissima, forse scontata, ok, ma comunissima a quello che è il meraviglioso e magico mondo del Sol Levante.

BA'AL ha detto...

Ciao. Da tempo avevo linkato il tuo blog, trovato chissa come, e ogni tanto sbirciavo qualche news.
Oggi ho visto il tuo posto su lost in translation...che ovviamente è uno dei miei film preferiti, proprio perchè mi ricorda alcune sensazioni provate in Giappone..

Condivido la tua analisi, e penso che sia un film molto sofisticato nel dare sensazioni, senza urlarle. Chiave di lettura che aiuta, anche quando Bob parla all'orecchio della riagazza a fine film facendo solo intuire le parole..lasciando alla nostra emozione un pathos profondo. ciao, Baro

Micchan ha detto...

Non so quante volte ho visto questo film (cinema, dvd, lingua originale o meno...), forse 10. In effetti lo riguardo ogni volta che mi va di rivivere alcune sensazioni del primo viaggio in giappone. Sinceramente non riesco ad imputare al film una superficialità nel trattare la vicenda di due persone che si trovano catapultate in una realtà che vedono quasi "ostile" e che comunque hanno intenzione di vivere; salvo poi ritrovarsi insieme e condividere la scoperta. Poteva svolgersi in un'altra parte del mondo? Certamente, il Giappone è una scelta di sceneggiatura, che comunque va fatta, e risulta immediatamente riconoscibile nell'immaginario medio come un luogo in cui ci si trova facilmente spaesati. Ora chi è stato in Giap o comunque ne conosce la cultura, sa che il giappone non si riassume nei clichè presenti nel film (mai troppo caricaturali però) ma sa anche che è una messa in scena perfettamente credibile. La Coppola è certamente una regista in gamba e lo dimostra anche la preparazione in giappone di alcuni mesi prima delle riprese. Detto ciò, splendido splendido, accompagnato da un'ottima colonna sonora come tutti i film della Coppola. Il finale semplicemente mi distrugge ogni volta...

Mabataki ha detto...

A me è piaciuto moltissimo, ed anche a me capita di avere voglia di vedere un po' di Giappone, così lo guardo. Comunque è un bel film, è molto malinconico e per poterlo apprezzare appieno bisogna guardarlo almeno una volta quando si è in questo particolare stato d'animo.