martedì, dicembre 06, 2005

Manca poco...


Ci siamo! Come anticipato nel precedente post, si avvicina il giorno della laurea. La tesi è finita, due copie stanno già in stampa, la terza, quella per il relatore, la sto riguardando per vedere se c'è qualche virgola fuori posto...a quanto sembra una buona padronanza della punteggiatura vale molto più delle ricerche fatte, delle pagine tradotte, dei concetti assemblati, dei soldi spesi, delle giornate di lavoro perse, degli sbalzi di umori...eggià...sembra che sia proprio così!

Ebbene...prima di sapere di che morte devo da morì, vi illustro brevemente la mia tesi! Il titolo è "Le sette divinità della fortuna. Studio pratico dei benefici terreni".
Negli ultimi anni in Giappone si è sviluppato un acceso dibattito concernente le “nuovi religioni” e l’acquisizione di benefici terreni. In particolare, la tendenza più diffusa è stata quella di considerare i nuovi movimenti religiosi giapponesi come una forma di popolarizzazione degenerata mancante del sostegno delle dottrine tradizionali, il cui unico scopo è quello di attrarre nuovi fedeli dietro la promessa dell’acquisizione di benefici materiali. Questo dibattito, che oppone i movimenti religiosi tradizionali (considerati “veri”, da un punto di vista dottrinale) ai nuovi movimenti religiosi (considerati “falsi”), ha avuto come conseguenza, da un lato, di denigrare l’aspirazione personale della ricerca di “benefici materiali in questa vita” (genze riyaku), e dall’altro, di focalizzare gli studi su altri aspetti della religiosità giapponese (come, ad esempio, il culto degli antenati, le pratiche funerarie, la Salvezza dopo la morte, ecc).

Lo scopo della mia tesi è quello di restituire il concetto di genze riyaku alla tradizione della religiosità giapponese, avvalorando l’opinione di alcuni studiosi che considerano la ricerca di benefici terreni come fondamento della religione (kisō shinkō) giapponese. Secondo lo studioso Komatsu Kazuhiko, questa ricerca di benefici terreni la si può evincere nelle formule e nelle espressioni stabilite ufficialmente per le invocazioni e le preghiere ai kami e ai Buddha: per l’intera nazione la formula è Kokka Antai (国家安泰, Pace per il Paese); per i contadini, i pescatori, e i mercanti le formule sono rispettivamente Gokoku Hōjō (五穀豊穣, Fertilità di cinque koku), Tairyo (大漁, Grande Pesca), Shōgei Hanjō (商売繁盛, Prosperi Commerci); per il tenore di vita dei privati e delle famiglie vi sono invocazioni come Enmei Chōju (延命長寿, Lunga Vita), Kanai Anzen (家内安全, Prosperità per la Famiglia), Fūki (富貴, Benessere e Onore), Fūfu Enman (夫婦円満, Armonia tra i Coniugi), Shison Hanei (子孫繁栄, Discendenza prospera), Mubyō Sokusai (無病息災, Buona Salute e Nessuna Malattia), Risshin Shusse (立身出世, Buona Carriera e Successo nella Vita). Inoltre, lo studioso aggiunge che ai giorni nostri sono diventate numerose le invocazioni per la sicurezza stradale e il superamento degli esami scolastici.

Per sostenere che il concetto di genze riyaku pervade tutta la religiosità giapponese, lo scopo del primo capitolo di questa tesi è l’individuazione della tradizione dei benefici terreni nella religiosità giapponese tramite l’analisi delle prime scritture buddiste introdotte ed adottate in Giappone, e una breve osservazione delle pratiche e credenze della religione autoctona Shintō (神道).

Il secondo capitolo di questa tesi, analizza gli aspetti morali che sostengono la richiesta di benefici terreni in una religione, quale è il Buddhismo, che reputa la rinuncia al mondo, e ai suoi aspetti illusori, come fonte di salvezza dalla sofferenza. Anche in questo caso verranno analizzati gli aspetti pratici del Buddhismo in alcune prime scritture; tuttavia, l’attenzione sarà rivolta soprattutto alla legittimità dei benefici terreni acquisiti tramite l’intercessione di una divinità (Buddha, Bodhisattva, kami, che dir si voglia), all’interno della tradizione Mahāyāna del Buddhismo.

Per quanto riguarda la pratica contemporanea dei benefici terreni nella società contemporanea, l’aspetto più visibile è costituito sicuramente dagli amuleti e talismani (omamori, お守り), dalle tavolette votive (ema, 絵馬), e dagli altri tipi di porta fortuna, acquistabili presso i templi e santuari, che promettono un’immediata concessione di benefici materiali. Si tratta di un aspetto della pratica religiosa giapponese che indubbiamente attrae anche noi occidentali. Tuttavia, in questa tesi verrà considerata l’acquisizione di benefici pratici attraverso il culto di alcune divinità.

La scelta di queste divinità è ricaduta su un gruppo di divinità molto popolari in Giappone, e che ha attratto l’attenzione dell’autrice di questa tesi per essere metafora tangibile del cosiddetto sincretismo religioso giapponese. Il gruppo, noto come Shichifukujin (七福神, Le Sette Divinità della Fortuna), è infatti composto da divinità che provengono da diversi panorami religiosi. Gli Shichifukujin verranno analizzati in dettaglio nel capitolo terzo, e l’ indagine relativa ad essi seguirà il seguente percorso: per primo verrà analizzato Ebisu (恵比寿), l’unica divinità del gruppo connessa con la mitologia giapponese, e per questo l’unica ad avere un’origine autoctona; seguiranno le tre divinità (Daikokuten, 大黒天, Benzaiten, 弁財天, e Bishamonten, 毘沙門天) provenienti dalla tradizione Hindu, assimilate successivamente nel pantheon Buddista, e conosciute e pregate in Giappone come divinità buddiste; le ultime tre sono di provenienza cinese: due sono di derivazione taoista (Fukurokuju, 福禄寿 e Jurōjin, 寿老人), mentre l’ultima, Hotei (布袋), è una divinità buddista, la cui particolarità risiede nel fatto di essere l’unica del gruppo ad esser stato un personaggio storico realmente esistito.

Ecco...nella tesi parlo proprio di questo!

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Me la dovrai far leggere.
E non sono l'unico interessato.
:)

Bea ha detto...

Ah sì?

Anonimo ha detto...

Sì! Hai già dei fans ;)

Bea ha detto...

Fico! :D

Bea ha detto...

Sììììììììììì!! Andiamo a pregare per tanta fortuna e tanti soldini, così riesco a pagarmi almeno il viaggio di ritorno! :D
Cmq a Osaka fanno a gennaio un grande festival dedicato ad Ebisu!

Anonimo ha detto...

Beate voi, ormai io il Giappone lo vedo come un incubo... ;)
Dai, next time imbocchiamo a sopresa tutti in casa P&K. Chissa' che facce faranno ;)

Anonimo ha detto...

ke noiaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

Bea ha detto...

Ma smettila...!

Andrea (sdl) ha detto...

Argomento interessantissimo (poi ad un matto delle culture orientali come me non può che piacere), io (seriamente), sottoscrivo l'interesse di volerla leggere, sempre che l'autrice me lo conceda :)

Suppongo che poi tutti siano interessati anche ai risultati :)

Andrea (sdl)

Anonimo ha detto...

Anche io voglio leggerla: sembra molto interessante!!

Tra l'altro sono contenta che la punteggiatura ancora sia un valore: in TV sembra che non si usi più, ed i giornalisti leggono da schifo, con pause dove non dovrebbero essere, e frasi collegate, ma che non c'entrano nulla!

Comunque dai, che ormai è fatta: in culo alla balena ;)!

Un bacio,
B.

P.S. Il noryoku 2kyu dell'anno prossimo possiamo farlo insieme!